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ENDURO ANNI ’80 – HUSABERG FE 501

NATA PER VINCERE

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ENDURO ANNI ’80 – HUSABERG FE 501

NATA PER VINCERE



Fondata nel 1988, Husaberg Motor AB ha subito conquistato il Titolo Europeo di Enduro nel 1989, classe Oltre 500 4T, con Jimmie Eriksson il quale, l'anno successivo, ha bissato il successo nel neonato Campionato Mondiale di Enduro.

 

E questo è stato solo l'inizio...

 30 anni fa, l'incredibile storia della moto che in tempo record, da una stalla di un villaggio sulle rive del lago Vättern, è arrivata alla conquista dei più alti traguardi nel mondo off-road

 

Testo e foto: Saverio Livolsi

Prima di parlare delle origini della Casa motociclistica Husaberg, non si può fare a meno di spendere quattro parole su Husqvarna. Il perché va ricercato in quel legame diretto e indissolubile (come vedremo alla fine di questo articolo) che unisce la nascita della ‘Berg’ all'apertura di un nuovo capitolo della storia della ‘Husky’.

Il nostro viaggio inizia, dunque, con un salto all'indietro nel tempo che ci porta in Svezia, in prossimità delle rive a Sud del lago Vättern dove, nella seconda metà degli anni Ottanta, ha sede l'antico stabilimento della Husqvarna, la cui nascita risale addirittura al 1689, quando Re Carlo XI di Svezia ordinò la realizzazione di una fabbrica di armi. Fu scelta la località Huskvarn (casa mulino), vicino alla città di Jönköping dove, sfruttando l'energia idrica del vicino fiume, iniziarono a costruire i moschetti: da qui il logo che rappresenta il mirino stilizzato del fucile. In epoche successive, Husqvarna ha intrapreso la produzione di elettrodomestici e, a partire dal 1903, ha iniziato - fra i primi costruttori al mondo - a realizzare anche le motociclette. Negli anni Cinquanta, con la nascita in Europa del Motocross, la fama delle Husqvarna si è accresciuta e si è definitivamente consacrata nel mondo del fuoristrada tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta.


 

La moto di questo servizio è una dei primi settanta esemplari di Husaberg 501 FE prodotti. È stata acquistata per correre e, nel corso degli anni, ha subito alcune modifiche di dettaglio prima di essere messa a “riposo”. Tra i particolari sostituiti, i più evidenti sono la copertina della sella, che in origine è tutta blu, e gli adesivi sui convogliatori d'aria, che appartengono alla serie successiva, oltre al manubrio e al cerchio anteriore. Nella vista di trequarti del lato destro, c'è tutto il fascino dell'Enduro di fine anni Ottanta, quando il salto generazionale verso la nuova decade era già iniziato, ma conservava ancora una leggera impronta originaria, soprattutto nella linea della carrozzeria.

Ma torniamo negli anni Ottanta, quando il gruppo svedese Electrolux, proprietario del Marchio Husqvarna, avvia un’analisi economica che mette in evidenza alcune criticità finanziarie che gravano soprattutto sul settore delle due ruote. Le difficoltà sono probabilmente le stesse comuni a molti Marchi famosi in quegli anni, soprattutto nel fuoristrada, come ad esempio gli spagnoli Bultaco e Montesa,
o gli altri numerosi brand italiani e tedeschi: queste difficoltà riguardano principalmente il mancato rinnovamento delle strutture produttive, gli alti costi di produzione e la mancanza di flessibilità. Un andamento negativo accresciuto dall'offensiva commerciale delle Case giapponesi, a cui va aggiunta l'aggravante dell'economia che sta attraversando una fase di recessione.

Nel 1986 i vertici del gruppo svedese prendono la decisione inappellabile di avviare la dismissione del settore moto. L'anno successivo, Husqvarna viene acquisita dai fratelli Claudio e Gianfranco Castiglioni, titolari del gruppo Cagiva, fra le cui fila è annoverata anche la Ducati. 

 

All'avantreno è presente una forcella upside-down della White Power, che vanta un’escursione da 295 mm con ben otto regolazioni per la compressione e sette per il ritorno. La ruota anteriore è da 21 pollici con pneumatico da 3.00. L'impianto frenante è composto da un disco da 230 mm di diametro azionato da una pinza Brembo

 

La ruota posteriore è da 18 pollici e il pneumatico misura 4.50. L'impianto frenante è composto da un disco da 220 mm di diametro azionato da una pinza Brembo

 

Da questa inquadratura si nota l'asimmetria del serbatoio della benzina, sul cui lato sinistro è ricavata una nicchia che ospita il filtro dell'aria.

 

 

 

FOTO 8 Da questa inquadratura si nota l'asimmetria del serbatoio della benzina, sul cui lato sinistro è ricavata una nicchia che ospita il filtro dell'aria.

FOTO 9 - Questa inquadratura di trequarti posteriore mette in evidenza la linea del parafango Acerbis Baja, molto in voga nelle Enduro di quegli anni.

FOTO 10 - La mascherina porta faro, modello Vision della Acerbis, con saracinesca che, una volta abbassata, funge da protezione per il vetro del fanale.

 

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Il piano industriale messo a punto da Cagiva per il rilancio della Casa svedese, prevede il trasferimento della produzione motociclistica negli stabilimenti della Schiranna (sulle sponde del lago di Varese, sede del Gruppo italiano) entro il 1988. Nello stesso programma di lavoro è previsto, inoltre, di mantenere il nome e la tradizione del glorioso Marchio e di dare continuità, anche nella nuova realtà produttiva, al precedente indirizzo tecnico.

A questo punto è ragionevole pensare che non tutte le maestranze locali siano state disposte ad accettare il trasferimento. E in effetti così è stato. Ma a destare scalpore, nonostante le rassicurazioni della nuova proprietà, sono stati alcuni dei componenti chiave del team di sviluppo della Casa madre, che hanno deciso di rimanere in Svezia. E’ quasi certo che a pesare maggiormente sulla loro scelta sia stato l'attaccamento alla propria terra, alla famiglia e agli amici, e probabilmente, visto che la dismissione di Husqvarna dal gruppo Electrolux non è stata proprio un fulmine a ciel sereno, non è escluso che i ‘nostri’ avessero già da tempo iniziato a pensare anche a un’alternativa. Il piano B che avevano in testa, consisteva nel fondare una piccola factory per la produzione di motociclette da fuoristrada, cosa che peraltro sapevano fare bene, puntando tutte le loro energie su un'idea di cui erano tenacemente convinti: sviluppare il motore a 4 Tempi per portarlo a livelli di competitività mai raggiunti prima.

In quegli anni, le moto da fuoristrada a 4 Tempi sono spesso mezzi pesanti con un'erogazione scorbutica e, quindi, sono molto impegnativi da guidare, soprattutto in gara. I tentativi di aumentare le prestazioni hanno spesso coinciso con la diminuzione dell'affidabilità. Dare vita a un propulsore che segna un'inversione di tendenza, riduce cioè le distanze dal motore a 2 Tempi e si dimostra sufficientemente robusto, è una sfida decisamente ambiziosa che, però, non sembra preoccupare i protagonisti di questa diaspora.

 

Spogliata delle sue sovrastrutture, la Husaberg 501 FE rivela le doti di compattezza del telaio, con il trave superiore scatolato, realizzato con tubi di acciaio al cromo-molibdeno e del motore a 4 Tempi. 

 

Il silenziatore è di alluminio a sezione ovale e ha un andamento prima diagonale e poi quasi orizzontale; i fondelli sono, invece, di acciaio inox.

Sul lato sinistro del serbatoio, sotto al convogliatore del radiatore, è stata ricavata una nicchia per il filtro dell'aria che viene fissato direttamente sul trave del telaio: è sicuramente la posizione più riparata disponibile sulla moto

ALL'INIZIO DI GENNAIO DEL 1988

dopo aver trovato i finanziamenti necessari ad avviare la loro attività, Thomas Gustavsson (ex ingegnere HVA e Campione Europeo di Enduro, classe oltre 500 4T, nel 1985 e 1988), Ruben Helmin (ex ingegnere capo HVA, in seguito primo Amministratore Delegato di Husaberg), Urban Larsson (ex responsabile sviluppo del motore HVA) e Björn Elwin (ex capo HVA Test Department e padre del collaudatore Stefan Elwin), ai quali si aggiunge Roland Söderqwist (proprietario, in pensione, di una piccola azienda meccanica svedese), fondano ufficialmente la Husaberg Motor AB.

Il nome della factory, scelto in seconda battuta dopo la sigla HMA, viene preso in prestito dal luogo del primo impianto di pre-produzione: una vecchia stalla situata sulla penisola di Husabergs Udde, a Nord-Ovest della punta settentrionale del Lago Vättern.

Una volta sistemate le pastoie burocratiche, acquistati i macchinari e resa operativa l'officina, l'attività si concentra proprio sulla realizzazione del motore da mezzo litro. Un progetto che, per guadagnare in compattezza e in leggerezza, parte da linee guida particolarmente azzardate per quegli anni. Dopo aver superato le prove al banco, il primo motore Husaberg viene inserito nella ciclistica di una Husqvarna 510 TE, per verificarne il comportamento in condizioni dinamiche.

Mentre viene svolto il lavoro di affinamento del propulsore, che sotto la guida di Urban Larsson fornisce risultati sempre più incoraggianti, viene sviluppata e portata a conclusione da Thomas Gustavsson anche la parte ciclistica. A questo punto viene assemblata la Red Husaberg, così è stato chiamato il primo prototipo caratterizzato, appunto, da una livrea completamente rossa, che viene affidata a Stefan Elwin per i collaudi.

Dopo aver approntato alcune unità di pre-serie, a giugno del 1989 viene realizzato il primo esemplare definitivo della Husaberg FE 501 (FE è l'acronimo di Four-stroke Enduro). La produzione di serie - se così si può dire - di quell'anno ammonta a un’ottantina di esemplari.

La Husaberg FE 501 si presenta con una livrea blu per telaio, parafanghi, sella, serbatoio e mascherina, mentre le tabelle portanumero e i convogliatori d'aria sono di colore giallo. Le linee della carrozzeria sono armoniose e snelle, con il profilo superiore che mostra un piacevole andamento ondeggiante, mentre il serbatoio piramidale è caratterizzato dal lato destro che, per aumentare la capacità di carburante e contemporaneamente abbassare il baricentro, si protrae in basso fino alla linea base del cilindro.

Il telaio ultracompatto è realizzato con acciaio al cromo-molibdeno ed è caratterizzato dal trave superiore scatolato, che funziona anche come scatola filtro, dalla struttura monoculla verticale, che si sdoppia a cominciare dalla parte orizzontale sotto al motore, e dal telaietto reggisella imbullonato.

Il reparto sospensioni vede all'anteriore una forcella White Power con steli rovesciati, con sette regolazioni per il ritorno e otto per la compressione, che vanta un'escursione di 295 mm (il prototipo montava una Öhlins, soluzione abbandonata per i costi eccessivi), mentre al posteriore c'è un mono Öhlins ultraregolabile capace di ben 328 mm di escursione.

L'impianto frenante è composto da un disco da 230 mm di diametro, all'anteriore, e un disco da 220 mm al posteriore, entrambi azionati da pinze Brembo.

Il motore è un monocilindrico verticale a 4 Tempi, raffreddato a liquido, e si presenta con un design che evidenzia una compattezza da record. Anche il peso non è da meno: solo 29 kg. La distribuzione è monoalbero a camme in testa, con quattro valvole azionate da bilancieri, comandata da una catena che ha anche la funzione di portare olio lubrificante nella parte alta del motore. Con questo accorgimento, gli ingegneri della Husaberg hanno fatto a meno della pompa dell'olio. L'alimentazione è regolata da un carburatore Dell'Orto da 38 mm, coadiuvato da una pompa per la benzina che funziona a depressione. L'accensione è elettronica della SEM. La frizione è a dischi multipli in bagno d'olio, mentre il cambio è a sei rapporti

 

Il motore Husaberg 501 FE è il più compatto propulsore a 4 Tempi da Enduro mai costruito prima di quegli anni e, sempre in fatto di dimensioni (e di peso), non ha nulla da invidiare a quelli dei giorni nostri. Le misure di alesaggio e corsa sono, rispettivamente, 95 x 70,7 mm. La compressione è pari a 11:1. La potenza massima è di 50 CV a 8.000 giri/min. Il peso è di soli 29 chilogrammi.

 

Così la rivista ‘Motosprint’ parlava della Husaberg nella sua presentazione del 1991: “Solo nel Nord Europa è possibile trovare oggi un quattro tempi con le stesse caratteristiche ‘fisiche’ di un due tempi, si chiama Husaberg e la produce in Svezia un piccolo atelier artigianale da pochi pezzi all'anno, sorto in seguito all'emigrazione in Italia della Husqvarna. Presentatasi da poco nel nostro Paese grazie agli importatori ufficiali, i fratelli Vertemati, la Husaberg sta davvero meravigliando, poiché riesce a imporsi, oltre che nelle competizioni Enduro, anche in quelle crossistiche, mettendo in evidenza incredibili doti di potenza e di maneggevolezza. Assemblata con estrema cura, vanta solo componentistica di alto livello per garantire all'utente un prodotto effettivamente pronto per affrontare le competizioni. Il costo risente ovviamente della dotazione, ma nel prezzo è pure inclusa la certezza di poter contare su una moto al top nella propria categoria”.

L'avvio è fulminante! Nello stesso anno in cui viene prodotta la prima Husaberg FE 501, Jimmie Eriksson vince il Campionato Europeo di Enduro, classe Oltre 500 4T; l'anno successivo si ripetono nel neonato Campionato Mondiale di Enduro, sempre nella classe Oltre 350 4T. Negli anni a venire arrivano altri successi a livello mondiale, come quelli nella classe Oltre 350 4T di Jaroslav Katrinak e nella 350 4T di Kent Karlsson, a conferma che Thomas Gustavsson e soci avevano intrapreso la strada giusta.

Le vittorie delle Husaberg sia nell'Enduro, sia nel Motocross non passano certo inosservate, figuriamoci poi agli occhi degli addetti ai lavori. Nel 1995, complice alcune difficoltà derivanti dalla mancanza di adeguati fondi economici, Gustavsson incontra alcuni alti esponenti della KTM. I vertici della Casa austriaca, bisognosi di svecchiare i loro propulsori a 4 Tempi, dimostrano un certo interesse nei confronti di quello della Husaberg. Lo scambio di fondi economici austriaci per tecnologia svedese, è la logica conseguenza che accontenta entrambi. Il contratto di acquisizione tra KTM e Husaberg prevede che lo sviluppo e la produzione delle moto svedesi rimanga laddove sono nate, e che venga avviata una sinergia fra i due reparti tecnici, forti delle rispettive conoscenze, che porti allo sviluppo di nuovi propulsori. Da quel momento in poi, i nuovi motori a 4 Tempi della KTM assomiglieranno molto a quelli della Husaberg.

Nel 2003, i vertici della Casa austriaca decidono di chiudere lo stabilimento Husaberg in Svezia e di spostare la produzione a Mattighofen, storica sede della KTM. Da quel momento, per volontà delle strategie di marketing della Casa austriaca, le Husaberg assomigliano sempre più alle KTM. Quando nel 2013 KTM acquisisce anche la Husqvarna, i due Marchi svedesi tornano, inevitabilmente, a essere una cosa sola. Peccato, però, che dal 2014 il glorioso Marchio nato in una stalla della penisola di Husabergs Udde, giaccia dimenticato in fondo a un cassetto di una scrivania in Austria…

 

Il carburatore è un Dell'Orto concentrico con diametro massimo di 38 mm, ed è fissato al motore tramite un collettore di gomma. L'aria fresca viene aspirata attraverso un condotto che conduce al trave superiore (scatolato) del telaio, dove è presente il filtro dell'aria.

 

Il meccanismo alzavalvola, che favorisce l'avviamento del motore, è regolato da un cavo.

 

Oggi il motore a 4 Tempi ha raggiunto un livello di sviluppo impensabile 30 anni fa, ribaltando a proprio favore il gap tecnologico che lo separava dal motore a 2 Tempi. L'inizio di questa rivoluzione si deve a quel gruppetto di visionari svedesi che ha saputo materializzare un sogno, scrivendo una delle più belle pagine di storia del motociclismo. Un azzardo nato in una stalla, che ha ‘ispirato’ molti, e più quotati, reparti di sviluppo di Case motociclistiche già famose. Anche se Husaberg è stata una meteora piccola nel firmamento dei grandi Marchi, i risultati tecnici e sportivi che ha ottenuto hanno lasciato un segno profondo e indelebile nel cuore di tanti appassionati di off-road.

 

La sospensione posteriore è affidata a un pregiato monoammortizzatore, con serbatoio separato, della Öhlins. In questa inquadratura si nota anche la pompa (e relativo serbatoio) del freno posteriore.

La caratteristica conformazione della culla monotrave, che si sdoppia sotto al motore, della prime Husaberg. Nella seconda serie, che viene realizzata a partire dal 1994, lo sdoppiamento della parte inferiore della culla inizia, infatti, più in alto, per la precisione appena sotto i collettori dello scarico.

 

Foto ufficiale del primo esemplare prodotto in serie della Husaberg 501 FE (giugno 1989). Nel corso di quell'anno sono state realizzate un’ottantina di motociclette. Considerata il top da tutti gli addetti ai lavori, qualcuno si è anche spinto a definirla la Rolls Royce delle Enduro: in Italia, costava 13.650.000 lire (fonte ‘Motociclismo’), vale a dire quasi il doppio delle rivali.

La Red Husaberg, qui condotta dal collaudatore Stefan Elwin, è uno dei due prototipi su cui è stata poi sviluppata la 501 FE

 

Questa foto ritrae Jimmie Eriksson
e la sua Husaberg 501 FE vittoriosi nella Sei Giorni Internazionale di Enduro del 1990, disputata a Västerås in Svezia.
La Red Husaberg, qui condotta dal collaudatore Stefan Elwin, è uno dei due prototipi su cui è stata poi sviluppata la 501 FE.



Immagine tratta dalla brochure ufficiale che ritrae la Husaberg 501 FE del 1993, l'ultimo anno di produzione della prima serie caratterizzata dal telaio con la culla che si sdoppia sotto al motore.

 

Timeline & Palmares (solo i risultati più importanti)

1988 - Nasce la Husaberg Motor AB

1988 - Viene realizzato il primo motore Husaberg 500 cc 4T, collaudato su ciclistica Husqvarna

1988 - Viene realizzata la Red Husaberg, il primo prototipo

1989 - Viene prodotta la prima Husaberg FE 501

1989 - Jimmie Eriksson vince il Campionato Europeo di Enduro classe Oltre 500 4T

1990 - Jimmie Eriksson vince il Campionato Mondiale di Enduro classe Oltre 350 4T

1990 - Jimmie Eriksson vince la Six Days a Västerås in Svezia classe Oltre 500 4T

1991 - Jaroslav Katrinak vince il Campionato Mondiale di Enduro classe Oltre 350 4T

1991 - Kent Karlsson vince il Campionato Mondiale di Enduro classe 350 4T

1995 - Anders Eriksson vince il Campionato Mondiale di Enduro classe 350 4T

1995 - Joël Smets vince il Campionato Mondiale di Motocross MX 500

1995 – Husaberg viene acquisita da KTM, sviluppo e produzione rimangono in Svezia

1996 - Peter Jansson vince il Campionato Mondiale di Enduro classe Oltre 500 4T

1997 - Joël Smets vince il Campionato Mondiale di Motocross MX 500

1998 - Joël Smets vince il Campionato Mondiale di Motocross MX 500

1998 - Björne Carlsson vince il Campionato Mondiale di Enduro classe 400 4T

2003 - Husaberg viene trasferita in Austria

2012 - Pierre-Alexandre Renet vince il Campionato Mondiale di Enduro 2 (FE 450)

2013 - KTM acquisisce Husqvarna e i due Marchi svedesi tornano a essere una cosa sola

2014 - Il Marchio Husaberg cessa l'attività.

 

Articolo gentilmente concesso da 
Fuoristrada & Motocros d'Epoca.  gennaio /febbraio 2019