Direzione Jeddah ... Questo villaggio di pescatori risalente al VII secolo è diventato uno dei porti più trafficati del mondo, nonché la porta di accesso dei pellegrini ai luoghi santi di La Mecca e Medina. Il prossimo 5 gennaio, la seconda città più grande del paese sarà il punto di partenza della Dakar. La gara entrerà subito nel vivo con Il primo terzo del rally che metterà alla prova le capacità di navigazione dei concorrenti. La navigazione sarà resa più complicata dalla moltitudine di tracce. Vicino al Mar Rosso o al confine giordano per le tappe intorno a Neom e poi verso Al Ula, saranno i navigatori ad aprire la strada. Con sempre più sabbia, il percorso sarà ricco di insidie nel deserto tra Hail e la capitale Riyadh, dove ospiterà la giornata di riposo. La gara continuerà e si intensificherà con la scoperta della vasta area desertica del "Quartiere Vuoto" del territorio saudita, dove saranno contestate le importantissime tappe di Shubaytah e Haradh. Per la classifica generale occorrerà attendere fino all'ultima tappa di Qiddiyah, dove la navigazione giocherà da ago della bilancia.
In queste regioni inesplorate dell'universo del rally raid, la 42a edizione si distingue anche per la volontà di ridurre il gap tra piloti professionisti e amatori. In diverse occasioni, nuovi roadbook già marcati verranno distribuiti pochi minuti prima dell'inizio delle speciali per ridurre il vantaggio che detengono le squadre ufficiali. Allo stesso modo, l'introduzione della "Super Marathon" per moto e quad in cui saranno consentiti solo 10 minuti di lavoro sui mezzi, così come la più tradizionale tappa marathon (imposta su tutti i veicoli) il giorno prima del traguardo. Al fine di consentire ai meno esperti di continuare il loro processo di apprendimento, verrà concesso un "jolly" (in tutte le categorie) ai concorrenti costretti a ritirarsi. A differenza delle scorse edizioni, un pilota costretto al ritiro potrà continuare nella classifica "Dakar Experience".
Il richiamo dell'oriente ha ricevuto un'ottima risposta con un incremento del 5% dei concorrenti rispetto alla scorsa edizione 100% Perù. La percentuale di concorrenti sudamericani è logicamente diminuita, ben 42 veicoli rappresentano il Sud America al via. Un bel numero se si pensa che erano solo 12 i concorrenti sudamericani durante l'ultima edizione africana nel 2007! Tra i 557 concorrenti iscritti, sono ben 53 le nazionalità rappresentate. La Francia resta leader indiscusso con ben 258 presenze, seguita da Spagna (77) e Paesi Bassi (53). L'aumento più significativo proviene dal paese ospitante: l'Arabia Saudita sarà rappresentata da 18 concorrenti (13 piloti e 5 navigatori), con il più atteso Yazeed Al-Rahji, chiamato a lottare per la vittoria su una Toyota Hilux 4x4. Tra le moto, spicca invece il nome di Michal Alghuneim. Al via anche 13 donne, tra cui un equipaggio tutto femminile con l'italiana Camelia Liparoti e la tedesca Annett Fischer.
Avventurieri dei deserti del mondo La Dakar attira da sempre i viaggiatori desiderosi di sfide estreme. In questo la Dakar è la regina dei rally e sono tanti i fedelissimi che hanno seguito la grande maratona nei tre continenti. L'edizione 2020 ne conta ben 65. Questi concorrenti speciali avranno l'opportunità di correre nel quarto continente visitato dal rally. Tra questi, tre hanno vinto sia in Africa, sia in Sud America: Stéphane Peterhansel e Joan «Nani» Roma, hanno vinto su due e quattro ruote, mentre il ceco Joseph Machacek ha dominato la categoria quad emergente in Africa prima di vincere la prima Dakar in Sud America nel 2009. Tuttavia, il vincitore più anziano al via in Arabia Saudita sarà l'italiano Giulio Minelli, che nel 1986 ha accompagnato Giacomo Vismara alla vittoria nella categoria Camion. Minelli sarà al via sempre in camion con Claudio Bellina, nel team ItalTrans. Sempre in lizza per la vittoria come fornitore di molti equipaggi da oltre 20 anni, BF Goodrich è anche l'unico partner ufficiale associato alla Dakar dal 2007. |